Il comune di Novara di Sicilia ricade nella Sicilia nord-orientale a settentrione del monte Etna, in una zona montuosa al confine tra la catena dei Peloritani ed i Nebrodi. Il suo territorio presenta un’estensione di 48,62 kmq, con forma ellissoidale caratterizzata da un asse maggiore lungo 11,8 km, sviluppato in direzione NNE-SSW, ed un asse minore, lungo 7,3 Km, sviluppato in direzione WSW-ENE, ed è interamente compreso nelle tavolette “Novara di Sicilia” (F. 254 III SE) e “Rocca Novara” (F. 263 IV NE) entrambe edite in scala 1/25.000 dall’IGM. Esso confina a nord con il territorio di Mazzarrrà Sant’Andrea, a nord-est con Rodì Milici, ad est con Fondachelli-Fantina, a sud con Francavilla di Sicilia e ad ovest con Tripi. Il carattere montuoso dell’area si riflette nella presenza di numerose vette tra le quali si distinguono: Rocca Novara o Salvatesta (m 1340 slm), che rappresenta la cima più elevata; Rocca Leone (m 1222 slm); M. Ritagli di Lecca (m 1209 slm) nella zona orientale del territorio comunale; M. Paulera (m 1205 slm); e M. S. Croce (m 1112 slm) posti lungo il confine sud-occidentale. La quota più bassa è raggiunta nel limite settentrionale e corrisponde alla valle fluviale del torrente Mazzarrà, ad ovest di C. Da Scelia, ed è di 167 m. slm. I principali centri abitati, oltre a Novara di Sicilia che risulta ubicato nella porzione centrale, sono rappresentati dalle frazioni di San Basilio, Vallancazza, Badiavecchia, San Marco e Santa Barbara.
Il territorio del comune di Novara è contenuto quasi interamente (tranne per una piccolissima parte compresa nell’area di M. Ritagli di Lecca) all’interno del bacino idrografico del Torrente Mazzarrà. I principali sottobacini del T. Mazzarrà sono composti dal T. Tellarita, affluente di sinistra, e dai torrenti di Novara e Brandino, affluenti di destra. Nel territorio comunale di Novara il reticolo idrografico è rappresentato dai bacini del T. di Novara e Corriace, e da una parte del Torrente Brandino.
Il regime termo-pluviometrico del territorio comunale di Novara di Sicilia, seppure influenzato dalle caratteristiche orografiche e morfologiche (esso ricade nel versante settentrionale della catena dei Peloritani, al limite con i monti Nebrodi), dalla copertura vegetale e dall’esposizione dei versanti, mostra, dal punto di vista climatico, caratteristiche di tipo prettamente mediterraneo, con intervalli lunghi di scarse precipitazioni alternati a periodi di intense piogge. Temperature: mesi più freddi sono quelli di gennaio e febbraio con temperature medie rispettivamente di 7, 56 e 7,92 gradi, mentre i mesi più caldi corrispondono a luglio ed agosto con temperature di 23,68 e 23,89 gradi. Secondo l’indice di aridità di De Martonne il clima prevalente nel territorio comunale è di tipo temperato umido, variabile a umido nell’estrema zona meridionale più elevata, fino a temperato caldo nel settore settentrionale.
Il territorio di Novara di Sicilia dal punto di vista geologico rappresenta una zona molto complicata, essendo interessato dalle fasce frontali del complesso sistema di unità geologiche, corrugate e sovrapposte, che affiorano lungo tutto il settore nord orientale della Sicilia. Infatti l’odierna configurazione geologica della Sicilia deve la sua origine al fatto di essere collocata lungo la zona di collisione tra i settori crostali delle placche “africana” ed “europea”. La linea di sutura tra i due continenti è rappresentata dall’orogene Appenninico-Maghrebide, una lunga catena montuosa che costituisce l’appennino e che attraversa l’arco Calabro e la Sicilia proseguendo oltre il Canale di Sicilia verso le coste del Maghreb, in Africa settentrionale. L’assetto geologico regionale, modificato in seguito alle deformazioni di età terziaria, risulta così costituito da un sistema catena-avampaese in cui la prima costiuisce la quasi totalità dell’isola, ovvero l’insieme delle aree corrugate, mentre il secondo è composto dalle aree in deformate, rappresentate nella fattispecie dall’altopiano Ibleo, verso cui la catena avanza. Le successioni Iblee, nella Sicilia orientale si immergono alla base della catena e proseguono verso nord fin sotto l’Etna e i Monti Nebrodi. Il sistema appena descritto è ulteriormente complicato dalla cosiddetta “apertura” del bacino Tirrenico, intervenuta nella zona della Sicilia orientale nelle fasi finali dell’orogenesi a compensare il maggior avanzamento delle fasce oro geniche nell’Arco Calabro-Peloritano, ovvero il segmento di orogene comprendente i Monti Peloritani e la Calabria.